Pensare a Edith Stein come patrona d’Europa significa guardare a una figura che incarna in modo drammatico e sublime le ferite, le contraddizioni e la più alta vocazione del continente. La sua vita non è solo una testimonianza di fede, ma un vero e proprio manifesto per un’Europa che ancora oggi fatica a fare i conti con la propria identità.
Ponte tra Fede e Ragione, tra Ebraismo e Cristianesimo
Edith Stein rappresenta la sintesi vivente delle anime più profonde d’Europa. Nata ebrea in una nazione di grande cultura filosofica come la Germania, abbracciò la filosofia come strumento per una ricerca appassionata della verità (la sua tesi sull’empatia è di un’attualità sconvolgente). Il suo cammino non si fermò all’accademia, ma la condusse, attraverso la ragione stessa, alla fede cristiana e all’abbraccio con il Carmelo. In lei, Atene e Gerusalemme, la ragione greca e la rivelazione biblica, non sono in conflitto, ma si illuminano a vicenda. In un’epoca di specialismi e divisioni, lei ci ricorda che la ricerca della verità è un’avventura integrale dell’essere umano.
Martire della Follia Europea
La sua morte nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau è il sigillo tragico sulla sua vita e sul fallimento dell’Europa. Fu uccisa in quanto ebrea, nonostante fosse diventata suora cattolica. Questo la rende una vittima emblematica della più grande catastrofe morale e politica del continente: l’odio razziale e il totalitarismo. La sua figura si erge come un monito perenne: quando l’Europa tradisce la propria eredità umanistica e spirituale, genera mostri che divorano i suoi stessi figli. La sua camera a gas è il simbolo oscuro di ciò che accade quando si nega la dignità inviolabile di ogni singola persona. Eppure, proprio nella notte più buia della storia europea, nelle tenebre del campo di sterminio, suor Teresa Benedetta incontrò lo Sposo; la sua lampada era piena dell’olio della fede, e con essa illuminò la storia del vecchio continente, trasformando quel luogo di inferno in un paradiso di luce.
Una Patrona per il Futuro
Proclamandola co-patrona d’Europa nel 1999, Papa Giovanni Paolo II non ha compiuto un gesto puramente devozionale. Ha indicato una guida per il futuro. Edith Stein, Santa Teresa Benedetta della Croce, chiede all’Europa di oggi: stai costruendo un’unità basata solo sulla moneta e sui mercati, o stai cercando un’anima? Stai valorizzando le tue radici plurali, come quelle ebraiche e cristiane, o le stai nascondendo per paura, creando un vuoto che nuove ideologie possono riempire?
Il suo pensiero ci spinge a costruire un’Europa fondata sull’empatia, sul riconoscimento profondo dell’altro, sulla ricerca instancabile di una verità che non sia soggetta alle mode del momento e sulla consapevolezza che senza un’apertura al trascendente, anche il progetto politico più nobile rischia di disumanizzarsi. In questo senso, Edith Stein non è una santa del passato, ma una compagna di viaggio scomoda e necessaria per l’Europa del presente e del futuro, e per risvegliare il grande sogno degli “Stati Uniti d’Europa” che tanto desideravano i padri fondatori.