Il rischio imminente per la Chiesa contemporanea è quello di chiudersi in sé stessa, tramutandosi in un mero rifugio dai problemi emergenti del transumanesimo. Questa deriva potrebbe condurre a una Chiesa popolata da individui che vi si avvicinano come chi cerca riparo in un bunker atomico, ignorando, dalla sicurezza del proprio isolamento, le sfide pressanti del mondo: la guerra, la globalizzazione, le condizioni dei lavoratori, l’indifferenza, le altre religioni e le immense masse di migranti che si spostano sul pianeta.
Una tale Chiesa si ridurrebbe a un luogo preoccupato unicamente della liturgia, di una spiritualità ancorata a concetti preconciliari, più atenta ai paramenti dei prelati che alle reali condizioni spirituali, sociali e culturali delle persone. Essa attrarrebbe solo individui spaventati, in fuga da sé stessi e dal mondo, divenendo una sorta di centro psichiatrico incapace di accogliere e ascoltare la normalità. Si trasformerebbe in un universo di regole uniformi, con un’estetica fredda e pallida, più simile a un regime ideologico del secolo scorso che a una Chiesa del Concilio. Un tale approccio porterebbe, in breve tempo, all’estinzione o a essere percepita dalla stragrande maggioranza come una realtà estranea.
La Chiesa Missionaria e il Suo Ruolo nel Mondo
La Compagnia di San Paolo propone invece una Chiesa missionaria, in uscita. Come San Paolo, dovrebbe dirigersi verso i “lontani”, cercando in coloro che avvertono l’umanità un approccio per elevare l’uomo disperso e disorientato del nostro tempo, orientando il suo cammino verso il Regno. Questa è la Chiesa dei ponti, di cui parlava Don Giovanni Rossi negli anni Sessanta, che concepiva la persona come relazione: un legame tra giovani e anziani, un incontro tra migranti e popoli accoglienti.
È una Chiesa che non teme di affrontare i grandi temi sociali – il lavoro, la sanità, la solitudine, l’isolamento – e che, inserendosi in questi crocevia, può portare l’annuncio del Regno. Una Chiesa che si ponga al di fuori del rifugio, conseguenza dell’esplosione del nulla, sulla frontiera del nichilismo e dello scarto di chi non produce o è impossibilitato a realizzarsi. Una Chiesa che non dimentichi che Gesù era il Figlio dell’Uomo, che ha convertito il pane nel Suo corpo e il vino nel Suo sangue, umanizzandosi così per elevare e orientare il creato verso il Regno.
È una Chiesa povera, che ha bisogno di imparare per insegnare, che necessita di chinarsi verso l’uomo perso e disorientato per indicargli un cammino. Questa è la Chiesa della Compagnia di San Paolo: una minoranza senza paura, della terra, della polvere, ma spinta dal vento dello Spirito verso il cielo.
Daniel Osvaldo Balditarra