Giovanni 8,31-59
Nel dialogo tra Gesù e i Giudei, il tema centrale è la libertà, radicata nella verità. Gli Ebrei lo affermano con veemenza: “Noi siamo figli di Abramo, nati liberi, non schiavi”. Tuttavia, osservando la storia di Abramo, emergono contrasti significativi tra lui e i suoi presunti discendenti che discutono con Gesù.
Abramo, invitato a contemplare il cielo stellato, a contare le innumerevoli luci della notte e a sognare una discendenza vasta come la sabbia del deserto, aveva un’anima aperta alle promesse divine. Gli interlocutori di Gesù, invece, appaiono chiusi e timorosi, arroccati nella loro arroganza e presunzione. Le loro parole, taglienti come spade, non aprono ma chiudono, erigendo muri anziché ponti. È necessario, dunque, disarmare le parole.
Abramo era un nomade instancabile, sempre in cammino dietro alla promessa, incessantemente diretto verso la volontà di Dio. Al contrario, i Farisei che polemizzano con Gesù sono rigidi e immobili nelle loro certezze, duri e inflessibili, incapaci di accogliere i nuovi venti dello Spirito.
La tenda di Abramo era un luogo di accoglienza, capace di ospitare il forestiero nel calore del giorno, condividendo il pane e l’agnello arrosto, il latte fresco che placa la sete del deserto. La nascita del suo primo figlio fu annunciata in un contesto di ospitalità, dove tre viandanti portavano con sé la presenza del Signore, la novità e la continuità della vita. Nei presunti figli di Abramo che sfidano il maestro di Nazareth, invece, si manifesta un rifiuto simile a quello che vediamo nel nostro tempo: l’indifferenza verso l’immigrato, la mancanza di cura, l’assenza di istruzione e di accompagnamento, segni di un egoismo che soffoca la vita.
“Se rimanete nella mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi.”
La parola è chiara: “Ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Questa è la via della libertà, la verità della vita: l’umano che si china sull’umanità per liberarla dalla morte e salvarla. La terra della risurrezione e della vita, sognata da Abramo, è il sogno che dobbiamo coltivare, come la comunità di San Paolo, come una Chiesa in uscita, come un piccolo resto che si affida alla provvidenza, vivendo in povertà ma con libertà.
Daniel Balditarra